Ogni barca ha un nome

Dare un nome alla propria barca non è solo una questione pratica o estetica: è una tradizione antica, che affonda le radici nelle civiltà più remote.
Nell’antico Egitto, così come tra i marinai greci e romani, il nome di un’imbarcazione aveva un valore simbolico: era considerato un talismano per proteggere l’equipaggio dalle forze del mare e dagli spiriti maligni.

Anche oggi, ogni barca porta con sé un nome, scelto spesso con grande cura. Alcuni armatori si ispirano a legami familiari, altri alla natura, alla mitologia, al vento, al mare. C’è chi opta per nomi divertenti o irriverenti, chi li carica di significati personali o romantici.

Il battesimo della barca, ancora oggi celebrato con una cerimonia e una bottiglia di champagne, era un tempo un rito carico di superstizione. Un nome sbagliato, secondo la credenza, poteva portare sfortuna. Proprio per questo, nelle marine più tradizionali, il primo “varo” avveniva spesso con il nome pronunciato da una donna, ritenuta portatrice di buona sorte.

Joshua Slocum: il primo a girare il mondo da solo

Parlando di barche leggendarie, non possiamo non ricordare Joshua Slocum, uno dei più grandi avventurieri della storia della navigazione.
Nel 1895, salpò da Boston a bordo dello Spray, un veliero di legno restaurato da lui stesso, e intraprese un’impresa incredibile: diventare il primo uomo a circumnavigare il mondo in solitaria.

Senza equipaggio, senza GPS, senza radio, affrontò da solo gli oceani per oltre tre anni, fino al ritorno nel 1898.
La sua storia è raccontata nel libro “Sailing Alone Around the World”, pubblicato nel 1900: un vero classico della letteratura marinaresca, che ancora oggi ispira generazioni di navigatori.

Slocum non fu solo un marinaio: fu un pioniere del viaggio interiore, un simbolo di libertà e coraggio. Il nome della sua barca, Spray, è oggi inciso nella storia della nautica.

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